Un glossario per cucinare

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Okara di avena:

Polpa di avena che rimane dalla procedura del latte a base di questo cereale. L’impasto può avere due consistenze diverse, a seconda che si prepari con l’avena in chicchi o con l’avena in fiocchi. Nel primo caso si presenta denso, vischioso e umido (ideale per le polpette), mentre nel secondo caso è più disidratato e fibroso (ideale per i biscotti). L’okara è leggermente dolce ed è ottima sia negli impasti dolci sia in quelli salati. Può essere utilizzata anche a colazione, come porridge, da sola o con l’aggiunta di uvetta, cannella, gocce di cioccolata e tutto ciò che vi ispira!

 


Okara di soia:

Okara fresca
Okara sgranata da seccare

Impasto morbido e umido che si ottiene dalla separazione della soia, macinata e bollita, dal liquido durante la procedura per fare il latte di soia. L’okara è ricca di proteine e fibre. Nei paesi asiatici è utilizzata principalmente come mangime per animali e concime per piante. In realtà si possono fare moltissime preparazioni con questo alimento. Se utilizzata fresca, si possono preparare torte, crostate, polpette e ripieni; se utilizzata secca, si può usare al posto o in aggiunta al pangrattato. L’importante è non abusarne e consumarla in piccole quantità: avendo un alto contenuto di fibre può costituire un peso eccessivo per l’intestino. L’okara può essere conservata a lungo in congelatore. In alternativa si può anche scegliere di seccarla, mettendola su una placca ricoperta da carta da forno, e lasciandola una giornata intera al sole, sopra un termosifone oppure in forno, a una temperatura bassa, per almeno un’ora. Quando è completamente asciutta, si riduce in farina e si conserva in un vaso di vetro. In questo modo può mantenersi per alcuni mesi.


Fonti:

enciclopedia libera Wikipedia